Ho cambiato completamente la mia vita lavorativa e con questa anche la mia qualità di vita. Un caldo pomeriggio di inizio Maggio ho finalmente ricevuto l’assegnazione di un ambito carente per la medicina di base. La richiesta risaliva al Marzo precedente. In un attimo la mia vita lavorativa è cambiata: basta guardie e fine settimana lavorativi. Le dimissioni dal reparto che frequentavo da ventidue anni e la preparazione di uno studio medico. Le mie dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno: i colleghi, ma soprattutto il primario, non l’hanno presa bene e questo mi ha deluso. Di certo perdevano un elemento disponibile e valido, merce rara, ma mi aspettavo fossero contenti per me, per il coraggio che ci voleva nel farlo, perchè avevo messo fine ad un periodo cupo, di insoddisfazione, di difficoltá di esaurimento di stimoli. Il primario, mio mentore, si è comunque sciolto in un sentito e commosso abbraccio quando lo ho salutato: era il 25 Giugno. Il mio mese di Giugno si è diviso fra il reparto e la preparazione dello studio, aiutato da Annarita e dal mio vicino di casa (impagabile!). E’ stata dura aprire il 1 Luglio, ma ci siamo riusciti. Il primo mese è stato intenso, molta burocrazia da imparare, aiutato dal mio collega ed amico Valter e da due colleghi di Garlasco (Drovandi e Pozzato) che mi hanno veramente supportato: una fortuna. La mia capacitá organizzativa, la conoscenza del computer e la gentilezza di quasi tutti gli assistiti mi ha permesso un inizio lavorativo privo di traumi. Ora è cominciato il secondo mese e mi sento soddisfatto della coraggiosa scelta di cambiamento. Chi può dire lo stesso?
Primo anno da Medico di Famiglia
Questo primo anno da Medico di famiglia mi è servito per impostare la gestione di una comunità che ha raggiunto i 1540 assistiti. Se 53 visite in studio e 6 visite domiciliari la settimana sono i numeri di questo lavoro, credo di aver fatto un buon lavoro.
Sono partito il 1 Luglio 2021 da zero, portando il mio bagaglio di trent’anni di esperienza ospedaliera e il desiderio di ricreare un corretto rapporto Medico-Assistito e poi Medico-Paziente.
Per farlo, mi sono dovuto imporre con fermezza e cortesia, con regole precise, improntate sulle necessità di questa comunità, con tanto impegno ed empatia.
I numeri più sopra citati sono la validazione del mio metodo e descrivono il lavoro svolto.
Non c'è stato un solo momento di sconforto e sono molto soddisfatto del mio lavoro.
Ho riscoperto quanto amo fare il Medico e quanto mi gratifichi.
Certamente non è stato facile superare le innumerevoli difficoltà burocratiche, così differenti rispetto alla mia abituale esperienza ospedaliera, ma nulla risulta insormontabile con l'impegno.
Ho poi ripreso in mano nozioni di specialità che avevo utilizzato di rado negli anni di ospedale: mi sono dedicato per anni alla cardiologia, alla pneumologia, alla neurologia e all'ortopedia ed ora affronto quotidianamente anche altre specialità come la chirurgia generale, l’endocrinologia, la dermatologia e tutte quelle discipline che occorrono con più frequenza sul territorio.
E’ stato bello mantenere un rapporto empatico, umano con la maggior parte degli assistiti e, in qualche caso, ne é uscita una amicizia, senza che questo intaccasse il rapporto fra medico e assistito, anzi rafforzandolo.
Non è stato tutto rose e fiori, ma ho provveduto subito ad eliminare i “rami secchi” ricusando alcuni assistiti diseducati.
Questo anno ha un importante significato personale: dimostrare come, a 58 anni, si possa ancora cambiare, mettersi in gioco e lavorare con ritrovato entusiasmo. Non ha importanza la fatica mentale e fisica, le ore passate ad organizzare lo studio sia come ambiente che come attività medica, nei fine settimana e durante le pause lavorative, se il risultato è poi soddisfacente.
Mi è piaciuto avere accanto una moglie che, oltre a sostenermi, ha pensato ad arredare, pulire e inventare le nostre vetrine delle festività, che mi aiuta a mantenere in ordine le forniture dello studio e controllare le scadenze dei farmaci. E’ stato importante il sostegno dei miei ragazzi, morale e pratico. E anche la serenità che mi danno i nostri cani una volta a casa.
Volevo essere un medico moderno “di una volta” e per questo ho lavorato e lavoro ogni giorno, sperando che non mi manchi il sostegno di questa piccola comunità. Per questo ho creato e fatto mio questo semplice aforisma: “Un assistito corretto concorre alla bontà del suo medico di famiglia".