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Alla fine Roberto se ne è andato

Ma la sera di un Giovedì ormai trascorso Roberto si è spento. Quella mattina sono stato all’hospice di Mede. Ha riconosciuto la mia voce cercando di salutarmi con un quasi impercettibile movimento delle labbra. L’ho accarezzato e l’ho baciato sulla fronte. Ci eravamo visti a casa sua solo due sabati prima: gli avevo portato farmaci antidolorifici ed esortato ad usarli in modo massivo e continuo. I compiti che si era prefissato di ultimare prima di morire erano completati: tre suoi punti fermi, preparare il funerale e la cremazione, ora già saldati, e consegnarmi un ultimo piccolo barattolo di peperoncini sott’olio… un pensiero incredibile!

Di Lui ricorderò la forza ma anche i pianti disperati, la “canna” che si è fumato ottenendo un’ora senza dolore, per poi vanificare tutto cedendo alla “fame chimica”… quanto ne abbiamo riso!

All’hospice non è morto solo per chè una sua Collega e mia Paziente era lì ed è rimasta fino al suo ultimo respiro, riuscendo a comunicarmi il trapasso di Roberto a miglior vita e la fine della sua sofferenza. 

Ricordo, come fosse ora, il giorno in cui gli ho comunicato la mia diagnosi, la disperazione nei suoi occhi, ma anche la sua fiducia nel mio operato: l’organizzazione della prima visita oncologica, il sostegno psicologico e medico. Una amicizia durata purtroppo solo un anno e tre mesi. Ricordo come fosse stravolto dopo le chemioterapie e come, più avanti, rifiutasse farmaci più potenti: voleva preparare tutto per la sua dipartita…

Sono rimasto colpito dalla sensibilità del suo datore di lavoro che lo ha sempre considerato al lavoro e che non gli ha fatto mancare nessuna mensilità. Ho ammirato la bontà d’animo di quella sua compagna di lavoro che lo ha accompagnato sino all’ultimo respiro.

Spero che tutto questo abbia alleviato la sua sofferenza e attenuato la sua disperazione.

Ciao Roberto!